Le Relazioni

Le parole di Preethaji, Co fondatrice della O&O Academy, in merito alle relazioni salde e durature. 

Quali sono i metodi migliori per mantenere relazioni forti, salutari e durature? 

Le relazioni danno significato alla nostra esistenza. Hanno il potenziale di darci ciò che più vogliamo, un esperienza di amore. Il cruccio o la risata, la distanza o il contatto di qualcuno di cui ci importa può metterci su una traiettoria di depressione o di estasi. 

Spesso quando le persone cercano grandi relazioni, cercano persone di gusti simili, di status e origini compatibili. Eppure, nella mia esperienza avendo guidato milioni di persone nel corso degli anni, le relazioni sono durevoli quando entrambi mettono comune impegno per l’evoluzione dell’altro.

Le persone spesso chiedono perché l’attrazione iniziale si spegne. Può darsi che, siccome la natura è interessata unicamente al perpetrarsi della specie, la nostra chimica neurale sia progettata in modo che il fascino e l’attrazione valgano fino a un certo punto, oltre il quale è l’evoluzione interiore a contare di più. 

Voglio condividere con voi un’abilità spirituale e uno stato bello che una coppia, una famiglia o un team devono nutrire se vogliono una relazione durevole. 

In primo luogo, l’abilità spirituale che dobbiamo coltivare è dissolvere la sofferenza emotiva nel momento in cui si presenta, invece di indugiare nella sofferenza per un giorno, un mese, un anno, o una vita. Se non impariamo l’arte di dissolvere la sofferenza emotiva, la delusione cresce e diventa giudizio, il giudizio si gonfia in rabbia, la rabbia ci porta all’avversione e l’avversione ci porta all’allontanamento fisico o emotivo. 

Indipendentemente da quanto siamo intimi e da quanti anni ci conosciamo, siamo due persone diverse con il nostro bagaglio di esperienze e vedute. 

Quindi differenze di percezione e aspettative sono destinate ad esserci. Dunque ci saranno numerose occasioni di delusione anche nelle relazioni migliori. 

La chiave non è quindi biasimare l’altro per la tua infelicità. Non rendere l’altro prigioniero nella tua mente, chiedendogli di liberarti dalla tua ansia o infelicità. 

In secondo luogo, lo stato bello che devi coltivare è la connessione. Qual è la tua esperienza di connessione? 

Ovviamente connessione più che interazione. Ecco perché la chiamiamo connessione. È bello essere delicati nel parlare, generosi nelle azioni, umili nell’atteggiamento. Ma la connessione è più di un’attitudine. È uno stato bello dell’essere. 

Connessione è sentire l’altro. 

Connessione è celebrare la gioia dell’altro come fosse la tua, non separare la tua gioia da quella dell’altro. Connessione è sensibilità al dolore dell’altro. Non scappare per paura o considerarla un disturbo, ma restare e aiutare gli altri a liberarsi dal loro dolore interiore. 

Connessione è essere presente all’altro. Non essere perso nell’ossessione di sé, nel voler essere reso contento o rendere contento. Connessione è riconoscere e apprezzare la presenza dell’altro nella tua vita. E questi sono i momenti più belli e nutrienti della nostra vita. Quando ivi e rispondi da uno stato di connessione, c’è guarigione per te che dai, per chi riceve e impatta chi guarda. 

La connessione non è un’esperienza maschile o femminile, è un’esperienza umana. 

La maggior parte delle persone passa la vita cercando il partner ideale. Ma a meno di risvegliarti all’esperienza dell’amore oltre il sé, la persone che ieri era quella giusta diventa sbagliata domani. 

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